IL PICCOLO

MARTEDÌ, 01 AGOSTO 2006

Pagina 1 - Prima Pagina

La Provincia sta effettuando uno studio di fattibilità per sfruttare la rete ferroviaria già esistente da Monfalcone al capoluogo sloveno

L’assessore Barduzzi: il problema sono i costi ma andremo per lotti


La Provincia sta mettendo a punto uno studio di fattibilità: il problema sono i costi.

 

L’assessore provinciale Barduzzi annuncia uno studio sull’ipotesi di utilizzare le linee ferroviarie che corrono attorno alla città

 

«Metropolitana leggera fino a Capodistria»

 

Da Campo Marzio per Barcola e Monfalcone, Opicina, Sesana, Nova Gorica e Muggia


di Giulio Garau

Da Monfalcone a Capodistria con una metropolitana leggera su rotaia (il nome tecnico secondo i puristi è Servizio suburbano) facendo capo alla stazione campo Marzio, poi con deviazione a Sesana, fermate a Muggia e in vari punti strategici della città, deviazioni a Barcola e Grignano, interscambio e coincidenze con gli autobus o le imbarcazioni che fanno servizio nel golfo, usando una sola tessera e magari consentendo il trasporto di biciclette.

Non è fantascienza, gran parte delle linee ferroviarie sono attive e in esercizio, sono utilizzate con tanto di orario ferroviario la domenica (con il Rondò), ci sono locomotori e vagoni, e proprio per questo da quando è insediata la Provincia, con tutta la cautela del caso, sta mettendo a punto uno studio di fattibilità.
«Il problema fondamentale, e lo dicono tutti gli studi sinora, è che dal punto di vista economico un servizio del genere non sta in piedi – spiega l’assessore provinciale alla pianificazione ambientale, Ondina Barduzzi che ha anche la delega ai trasporti – io stessa, proprio per questo, fino a qualche tempo fa ero assolutamente scettica. C’è stata però un’evoluzione delle esigenze dei cittadini e altre amministrazioni si sono mosse per studiare nuovi sistemi di trasporto integrato per offrire servizi innovativi. Per questo ho voluto incontrare tecnici ed esperti del settore per approfondire la questione: mi hanno convinto. Anche perchè le linee ci sono, i mezzi anche e si può fare qualcosa a lotti con piccoli interventi. In questo progetto la stazione di campo Marzio diventa uno snodo fondamentale».
Secondo la Barduzzi il ragionamento è semplice: «In realtà anche il sistema pubblico di trasporto dei bus non sta in piedi economicamente – spiega – ogni anno la Regione dà 43 milioni di euro alla Provincia per coprire i deficit, la vedita dei biglietti poi non copre nemmeno il 30% del costo di gestione. Alla fine però bisogna comunque garantire il servizio pubblico senza contare che tra gli obiettivi delle amministrazioni uno è quello della «mobilità» cercando di diminuire traffico automobilistico e l’inquinamento che spesso supera i limiti di legge costringendo alle chiusure. Se riuscissimo a realizzare una metropolitana leggera utilizzando i binari attuali attorno alla città con un accordo con le Ferrovie e la Trieste trasporti per un servizio integrato rotaia-gomma, sarebbe una utile per i cittadini. E’ quello che la Regione con l’assessore ai Trasporti Lodovico Sonego sta tentando di fare con un gestore unico per la rete del Friuli Venezia Giulia».
La stazione-museo di Campo Marzio è fondamentale, molte altre stazioni ci sono e potrebbero essere solo riadattate, dove invece le strutture sono state vendute ai privati (come Montebello) si potrebbero mettere semplici pensiline. Da Campo Marzio a Opicina per esempio si sta circa 16 minuti via rotaia. Le fermate sono quelle di Rozzol e poi Guardiella. Tappa finale a Opicina ma utilizzando lo stesso binario si può proseguire tranquillamente anche per Sesana. C’è anche un’ultima chicca: grazie al centenario della Transalpina è stato riaperto un tratto estremamente interessante che parte da Opicina passa per Morupino poi si inoltra in Slovenia passa per San Daniele del Carso e termina a Nova Gorica. Altro percorso quello Campo Marzio-Muggia. Prima fermata quella di Servola poi si arriva ad Aquilinia (la stazione è declassata ma si può riclassificare) poi si arribva a Monte d’Oro e infine a Noghere. Per Capodistria mancano 5-6 chilometri, i binari non esistono ma c’è un impegno da parte delle Ferrovie a realizzare e finanziare questro tratto che è fondamentale anche per i due porti e per le merci.
Infine la Campo Marzio-Monfalcone. Si può utilizzare la linea di cintura con le gallerie che portanto direttamente alla Stazione centrale dove si può fare una fermata. Altra a Barcola magari a livello del bagno ferroviario, poi Miramare-Grignano, Santa Croce, Aurisina, Sistiana infine Monfalcone.
«Se ci si limita all’area di Trieste è ancora più difficile mantenere in piedi un servizio su rotaia che già non regge economicamente – conclude l’assessore Barduzzi – se invece lo pensiamo più in grande coprendo tutta l’area provinciale, come prevedono gli obiettivi dell’amministrazione per il trasporto pubblico locale, con anche ramificazioni transfrontaliere da Monfalcone a Capodistria, può diventare un progetto molto interessante e magari conveniente.
È un’idea che mi piace».