di Giulio Garau
Da Monfalcone a Capodistria con una metropolitana leggera su rotaia (il nome
tecnico secondo i puristi è Servizio suburbano) facendo capo alla stazione
campo Marzio, poi con deviazione a Sesana, fermate a Muggia e in vari punti
strategici della città, deviazioni a Barcola e Grignano, interscambio e
coincidenze con gli autobus o le imbarcazioni che fanno servizio nel golfo, usando
una sola tessera e magari consentendo il trasporto di biciclette.
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Non è fantascienza, gran parte delle linee ferroviarie
sono attive e in esercizio, sono utilizzate con tanto di orario ferroviario
la domenica (con il Rondò), ci sono locomotori e vagoni, e proprio per questo
da quando è insediata la Provincia, con tutta la cautela del caso, sta
mettendo a punto uno studio di fattibilità.
«Il problema fondamentale, e lo dicono tutti gli studi sinora, è che dal
punto di vista economico un servizio del genere non sta in piedi – spiega
l’assessore provinciale alla pianificazione ambientale, Ondina Barduzzi che
ha anche la delega ai trasporti – io stessa, proprio per questo, fino a
qualche tempo fa ero assolutamente scettica. C’è stata però un’evoluzione delle
esigenze dei cittadini e altre amministrazioni si sono mosse per studiare
nuovi sistemi di trasporto integrato per offrire servizi innovativi. Per
questo ho voluto incontrare tecnici ed esperti del settore per approfondire
la questione: mi hanno convinto. Anche perchè le linee ci sono, i mezzi anche
e si può fare qualcosa a lotti con piccoli interventi. In questo progetto la
stazione di campo Marzio diventa uno snodo fondamentale».
Secondo la Barduzzi il ragionamento è semplice: «In realtà anche il sistema
pubblico di trasporto dei bus non sta in piedi economicamente – spiega – ogni
anno la Regione dà 43 milioni di euro alla Provincia per coprire i deficit,
la vedita dei biglietti poi non copre nemmeno il 30% del costo di gestione. Alla
fine però bisogna comunque garantire il servizio pubblico senza contare che
tra gli obiettivi delle amministrazioni uno è quello della «mobilità»
cercando di diminuire traffico automobilistico e l’inquinamento che spesso
supera i limiti di legge costringendo alle chiusure. Se riuscissimo a
realizzare una metropolitana leggera utilizzando i binari attuali attorno
alla città con un accordo con le Ferrovie e la Trieste trasporti per un
servizio integrato rotaia-gomma, sarebbe una utile per i cittadini. E’ quello
che la Regione con l’assessore ai Trasporti Lodovico Sonego sta tentando di
fare con un gestore unico per la rete del Friuli Venezia Giulia».
La stazione-museo di Campo Marzio è fondamentale, molte altre stazioni ci
sono e potrebbero essere solo riadattate, dove invece le strutture sono state
vendute ai privati (come Montebello) si potrebbero mettere semplici
pensiline. Da Campo Marzio a Opicina per esempio si sta circa 16 minuti
via rotaia. Le fermate sono quelle di Rozzol e poi Guardiella. Tappa finale a
Opicina ma utilizzando lo stesso binario si può proseguire tranquillamente
anche per Sesana. C’è anche un’ultima chicca: grazie al centenario della
Transalpina è stato riaperto un tratto estremamente interessante che parte da
Opicina passa per Morupino poi si inoltra in Slovenia passa per San Daniele
del Carso e termina a Nova Gorica. Altro percorso quello Campo Marzio-Muggia.
Prima fermata quella di Servola poi si arriva ad Aquilinia (la
stazione è declassata ma si può riclassificare) poi si arribva a Monte
d’Oro e infine a Noghere. Per Capodistria mancano 5-6
chilometri, i binari non esistono ma c’è un impegno da parte delle Ferrovie a
realizzare e finanziare questro tratto che è fondamentale anche per i due
porti e per le merci.
Infine la Campo Marzio-Monfalcone. Si può utilizzare la linea di cintura
con le gallerie che portanto direttamente alla Stazione centrale dove si può
fare una fermata. Altra a Barcola magari a livello del bagno ferroviario, poi
Miramare-Grignano, Santa Croce, Aurisina, Sistiana infine Monfalcone.
«Se ci si limita all’area di Trieste è ancora più difficile mantenere in
piedi un servizio su rotaia che già non regge economicamente – conclude
l’assessore Barduzzi – se invece lo pensiamo più in grande coprendo tutta
l’area provinciale, come prevedono gli obiettivi dell’amministrazione per il
trasporto pubblico locale, con anche ramificazioni transfrontaliere da
Monfalcone a Capodistria, può diventare un progetto molto interessante e
magari conveniente. È
un’idea che mi piace».
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